Basilica Della SS. Trinità
Alla fine della salita del Cavone si arriva a questa chiesa che rappresenta un’altra parrocchia carottese. A tre navate, con porticato interno. La Sua edificazione risale al 1543, con il contributo di molti fedeli e soprattutto della famiglia Califano con Jus patronatum per la nomina dei cappellani.
In tale anno, infatti, Raffaele Califano e Nardello de Polo, acquistano dal monastero della SS. Trinità di Sorrento un pezzo di terreno per edificarvi il nuovo edificio di culto, a condizione che portasse il nome della SS Trinità.
Sulla bella facciata esterna si legge la scritta “lateranensi basilicae aggregata”, in riferimento all’aggregazione alla Basilica romana di San Giovanni in Laterano che avvenne per evitare la sottoposizione ad ogni giurisdizione, se non a quella della Sede Apostolica. In seguito fu formata la nota confraternita della Santa Trinità, che eleggeva essa stessa i parroci.
Nel 1573, annesso alla chiesa fu fondato l’oratorio dell’arciconfraternita dei Pellegrini e ei Convalescenti.
Nel 1616 furono qui portate nella chiesa le reliquie dei santi Valeriano, Abaudio, Servilliano, Castolo, Ponziano, ed Anastasia, provenienti dalla chiesa dei padri gesuiti di Massa Lubrense con celebrazione dell’arcivescovo Angrisani. Il campanile a pianta quadrata, presenta un orologio ed un portico laterale ricavato dalla struttura nel 1816 per far trovare riparo ai fedeli. All’interno della Chiesa della SS. Trinità, dietro l’altare maggiore del 1743, con balaustra di marmi policromi, vi è il coro ligneo ed una tela raffigurante la Santissima Trinità dell’artista Giuseppe Mancinelli e risalente al 1871.
La chiesa è con pianta a croce latina. Nella navata centrale il pulpito con baldacchino in marmo policromo, proveniente dalla chiesa napoletana di San Francesco di Paola. Il soffitto è a cassettoni ed è arricchito da quattro splendidi dipinti settecenteschi con cornici in legno di ottima fattura tra cui la Santissima Trinità attribuito a Paolo De Matteis e Abramo visitato dagli angeli del pittore Nicola Parise. Di rilievo la cantoria dell’organo che è in legno stuccato e dorato, di fattura barocca napoletana del ‘600, ornata da nicchie con statue e tele raffiguranti Sant’Anastasia, San Ponziano, San Davide.
Nella navata di sinistra sono collocate due tele di stile veneziano raffigurante Sant’Andrea e la Resurrezione di Lendro Bassano del 1610. In fondo alla navata destra, vi è la cappella della natività con una tavola lignea raffigurante il mistero della natività e l’adorazione dei pastori, con una lunetta raffigurante il mistero dell’Annunciazione, del 1589, attribuita al pittore Giovanni Antonio D’Amato.
Nella sagrestia (per accedere alka quale si passa sotto un interessante portale in pietra intagliata) vi è un quadro del 1612 della pittrice bolognese Lavinia Fontana, raffigurante la vergine con bambino e San Francesco. Sempre nella sagrestia troviamo in una teca un corredo di paramenti sacri di seta con ricami in oro. Una tela del 1743 di autore ignoto è posto sopra la cappella del Crocefisso raffigurante le due Marie, San Giovanni , oltre allo stesso crocefisso dello scultore Giacomo Gallo del XVII secolo.
Presso la cappella della Beata Vergine del Rosario (costruita agli inizi del ‘700), si notano marmi pregiati., una tavola lignea con predella del ‘500 trasferita dalla Badia di San Pietro e raffigurante la Madonna del Rosario incoronata da due angeli e vari santi contornata dai 15 misteri, attribuita a Giovan Bernardo Azzolini In questa chiesa il 26 settembre del 1773 si ebbe la cerimonia di incoronazione della Vergine del Rosario. Il 9 ottobre del 1774 la chiesa della Trinità diventò parrocchia sotto l’egida dell’Arcivescovo di Sorrento Mons. Silvestro Pepe.
Nel 1957 sulla facciata della basilica viene collocata un’immagine a mosaico della Santissima Trinità. Sul lato destro della chiesa vi è un lavamani di marmo bianco degli inizi del ‘500.