Toponimi

Ai tempi dei romani, questa zona veniva denominata Planum o Planities . Era in fatti un territorio piano posto ad est del Municipium romano di Sorrento.

 

 

 

Piano antica

Con il Regio Decreto n. 1616 del 13.12.1863, che ha riformulato i toponimi di tutta l’Italia, il Comune, chiamato Piano sino a quel momento, acquisì da allora la specificazione “di Sorrento”, per distinguerlo da altri nomi simili in Italia (Pian di Scò (Ar), Pian Camuno (Bs) Piancogno (Bs), Pianopoli (CZ), Piansano (VT), Pian Fei (CN)) etc. ed anche allo scopo di identificarlo geograficamente col nome della limitrofa famosissima Sorrento, il cui nome avrebbe un etimologia greca (dal verbo surreo col significato di scorrere insieme in riferimento alle acque che scendono giù dai valloni).

 

 

In realtà, però, il nome che più diffusamente veniva utilizzato dalla popolazione locale per questo villaggio è stato da sempre Carotto, in dialetto Caruotte (Carottum o Caroettum in atti del XVII secolo ). Secondo una curiosa leggenda, il nome Caruotte (da cui deriva il nome degli abitanti carottesi) scaturirebbe dal dialetto locale come “Cca è ruot”t, ovvero “qua è rotto”, in antitesi al nome della località Cassano che significherebbe “Ccà è san”, ossia “qua è sano” .

 

Tale ipotesi sarebbe legata alle conseguenze disastrose di un evento tellurico che nel XVI secolo danneggiò seriamente solo una zona del paese, risparmiando dalla distruzione la parte più vicina al mare. In vero, tale teoria, che si legherebbe ad una convincente assonanza linguistica con le espressioni di dialetto locale, non è però presa in considerazione dalla gran parte degli studiosi .

 

Qualche studioso riconduce il termine "Carotto" al greco Karochtos, col significato di grande ripa. Come asserito dal Dizionario di Toponomastica UTET, è probabile invece che il nome Carotto sia una corruzione linguistica del termine “Cavotto”, in considerazione delle numerose cavità tufacee che presenta la morfologia geologica del territorio, o forse per qualche antica cava da cui si estraeva la pietra per edilizia. In questo senso supporta tale tesi la toponomastica urbana attuale, con la presenza, in pieno centro, di Via Cavottole (in dialetto “Cavuttelle”) e di Via Cavone e di Via Cavoniello. Se ciò è vero, che senso diamo all’altro toponimo, “Cassano”? Qui rientriamo in un classico e comune caso di derivazione prediale e patronimica, col suffisso aggettivale in “anus” che qualifica l’appartenenza del luogo ad un nome romano che, in tal caso non può che essere un “Cassius”.

 

 

Grotte tufaceeChiaramente angionimici e dunque legati a riferimenti religiosi sono i nomi di altri antichi casali, oggi frazioni o vie, come Trinità, San Liborio, Sant’Agostino, San Pietro. Mortora, potrebbe essere collegata al termine tardo-latino “mortarium”, col significato di stagno, di raccolta di acqua, visto che l’antico acquedotto romano passava da quelle parti, convogliando le acque del Formiello sino a Surrentum. Interessante notare che la particolare natura del territorio, fatto da rocce tufacee e corsi d’acqua, ha dato origine a gran parte dei toponimi.

 

Oltre a Mortora, appunto, ed alle già citate vie che si riferiscono ad un’etimologia di “cava”, troviamo “Petrulo” “Creta” “Gottola” (probabilmente da Grottula), Legittimo (detta anticamente Litemo, da pietra) Lavinola, Rivitiello, Bagnulo, Breccioni, Pozzopiano, etc. Più complesso risulta il toponimo Cermenna che, secondo qualche studioso, scaturirebbe dall’antica Abbazia di San Pietro, denominata “Ad Germinam”, secondo altri sarebbe legato alla ninfa Carmenta (divinità delle fonti), mentre qualcuno ipotizza un’etimologia greca, da Kremnumai col significato di territorio scosceso.