Al Museo "G. Vallet" la mostra "Doni per l'eternità" Venerdì 13 dicembre: visite dalle ore 11 alle 18
Si inaugura Venerdì 13 dicembre, alle ore 11, a Villa Fondi nel Museo "Georges Vallet" la nuova mostra archeologica denominata "Doni per l’eternità - Ritualità e ideologia funeraria in penisola sorrentina“ a cura di Tommasina Budetta e organizzata dal Polo Museale della Campania con il contributo del Comune di Piano di Sorrento, confermando la grande sinergia tra Comune e Polo Museale della Campania del MIBACT, iniziata con la tanto attesa riapertura del Museo, nel settembre 2017, che è stato inserito tra i musei statali della Campania.
Sono state organizzate finora, mostre, convegni, incontri che stanno confermando la centralità del Museo e del Comune di Piano di Sorrento per lo sviluppo di una nuova offerta turistica legata alla cultura nel panorama già ampio del territorio della Penisola Sorrentina.
Una centralità che è stata confermata anche dall’archeologia grazie agli importanti risultati delle campagne di scavo condotte nella località Trinità che confermano la continuità di occupazione del territorio che va dal periodo eneolitico ( III millennio a.C -il Gaudo) all’età romana
La mostra ha due punti di forza:
- La storia e le scoperte dell’archeologia
- L’innovazione del racconto storico-archeologico con il supporto delle moderne tecnologie
Si espogono per la prima volta reperti archeologici inediti frutto delle campagne di scavo condotte da Tommasina Budetta per la Soprintendenza Archeologica di Napoli e Caserta dal 1999 al 2005.
I reperti si riferiscono alla necropoli arcaica e classica emersa in località Trinità di Piano di Sorrento ed affrontano il tema dei ritualità e dell’ideologia funeraria non soltanto nel territorio di Piano di Sorrento ma di tutta la penisola sorrentina
Il territorio è ricordato più volte dalle fonti in rapporto alle Sirene ed alla figura di Odisseo/ Ulisse, al Santuario delle Sirene, agli Etruschi e all’agro picentino
Di alcune memorie sono visibili le tracce materiali, per altre la storia s’incrocia con il mito
Ma conosciamo l’identità dei sorrentini?
La mostra consentirà di gettare lo sguardo sulle credenze, sulle pratiche rituali nel sacro e nel mondo funebre, ma soprattutto sulla capacità di costruire una identità
Il ritrovamento e lo studio della necropoli della Trinità rappresentano un caso esemplare di come il contatto e la relazione tra gruppi etnici diversi genera processi di trasformazione, ma anche di costruzione di una identità.
A tal fine si espone una selezione di corredi funerari che vanno dal VI sec.a.C. al IV secolo a.C. che mostrano, attraverso lo studio dei materiali e del modo di seppellire, la ricezione di modelli culturali di diversi gruppi etnici
Le sepolture del VI sec. a.C. adottano il rituale dell’inumazione in cassa di tufo e restituiscono corredi costituiti prevalentemente da vasi d’impasto e di bucchero campano anche se non mancano esemplari dal mondo etrusco
Tra la fine del VI sec. a.C. e i primi decenni del V a.C. la necropoli vede l’introduzione di nuovi rituali di tradizione ellenica con l’introduzione di ceramiche a vernice nera e a figure di importazione attica. I corredi sono connotati spesso dall’Anfora ionico-massaliota deposta all’esterno della cassa e presentano il servizio legato alla pratica del bere oinochoai, coppe, olpai Si aggiungono al set il cratere di importazione attica o in bucchero, altre completano il servizio con manufatti in bronzo A questi si aggiungono gli ornamenti personali fibule ed anelli.-
Straordinari sono i vasi attici a figure nere esposti e il singolare corredo di IV sec.a.C. costituito da frutti e statuine di terracotta (un unicum dell’archeologia della penisola sorrentina).
Il progetto di allestimento di grande efficacia e ricercatezza, con il supporto degli strumenti multimediali, ha cercato di ricostruire idealmente gli spazi e le azioni che si svolgevano nall’area della necropoli collocando in uno spazio virtuale in movimento dove lo spettatore rivive i gesti del consumo delle libagioni, dei sacrifici, delle pratiche rituali reiterate nel tempo testimoniate dai frammenti dei vasi utilizzati e poi rotti e riposti in fosse, i bothroi ,idealmente ricostruiti.-
Questo è soltanto il primo capitolo del più ampio scenario storico archeologico che il territorio di Piano di Sorrento mostra perché la necropoli è posta ai margini di un’area sacra occupata dai santuari che si impostano già dal VI sec. a.C. e continuano nel IV a.C.
La straordinaria scoperta del tempio più antico riapre il dibattito sull’ubicazione del tempio delle Sirene che potrebbe essere collocato proprio qui alla Trinità e sicuramente sarà il tema del secondo appuntamento con l’archeologia a Piano di Sorrento.
VISITE: ingresso gratuito tutti i giorni (lunedì escluso) dalle ore 11 alle ore 18.