Precisazioni dell'Amministrazione comunale in merito alla vicenda dell'immobile adibito a Caserma dei Carabinieri

«Non c’è alcuno sfratto esecutivo in atto - sottolinea la famiglia Acanfora - e siamo amareggiati per quello che è stato scritto e detto in questi giorni, perché non rientra minimamente nel modo di agire della nostra famiglia. Abbiamo sempre operato scelte che permettessero alle Forze dell’Ordine di rimanere sul territorio, anche e soprattutto a discapito di qualsiasi convenienza o tornaconto economico». L’Amministrazione comunale, nella persona del Sindaco Giovanni Ruggiero, inoltre, aggiunge: «È sicuramente nostro interesse mantenere viva la presenza dell’Arma dei Carabinieri in città garantendone, così, la sicurezza e il prestigio. Ringraziamo i proprietari dell’immobile per la collaborazione, e ribadiamo il nostro impegno, come manifestato negli ultimi anni anche con la preparazione di progetti specifici, e la nostra disponibilità nel valutare in tempi brevi tutte le soluzioni alternative possibili».
 
La vicenda che vede coinvolti l’Arma dei Carabinieri e gli eredi di Ermanno Acanfora ha origine nel 2001 quando i proprietari dell’immobile firmarono un nuovo contratto di locazione direttamente con il Ministero dell’Interno, ad un prezzo simbolico da corrispondere con rate semestrali. Nel 2004, con successivo Atto aggiuntivo al contratto di locazione, i proprietari acconsentirono ad una riduzione del 10% del canone di locazione annuale. Con una nota del 27 settembre 2005 veniva emesso quindi il ruolo di spesa fissa ad opera del Ministero del Tesoro per sei anni fino al 31 maggio del 2011. «Nel maggio 2011 - spiegano i proprietari - la Prefettura ci ha sottoposto un’ulteriore riduzione del 10% a cui non abbiamo dato consenso favorevole. Il contratto è stato quindi prorogato alle stesse condizioni contrattuali stabilite nell’accordo del 2004».
Il contenzioso legale ad oggi in atto deriva da ciò che avvenne nel 2012: «Dal mese di dicembre 2012 - continua la famiglia Acanfora - il Ministero dell’Interno ha omesso di effettuare il pagamento del canone e nemmeno la Prefettura, ente preposto al pagamento dal 2012, provvede in tal senso. Ogni sei mesi, quindi, si agisce legalmente nei confronti del Ministero per il recupero dei canoni semestrali e lo sblocco dei fondi. Nulla di diverso da ciò che succede ogni sei mesi dal 2012 - concludono i proprietari - sta accadendo oggi. Siamo favorevoli e aperti ad ogni soluzione alternativa, nella speranza che si possa trovare il giusto equilibrio per permettere la permanenza dell’Arma dei Carabinieri a Piano di Sorrento».
 
(Comunicato stampa Comune di Piano di Sorrento n°146 - Akmàios)
 
 
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